Intervista a Chiara Bertino

Intervista a Chiara Bertino

CMP Trail Team

Bertino Chiara - CMP Trail

Ciao Chiara, quando e perché hai iniziato a correre? Perchè proprio le ultra distanze?

 

Ho iniziato a correre nel 2011, per distogliere la mente da altri problemi e per scaricare le tensioni quotidiane. Facevo giretti intorno a casa di 8-10 Km e mi sembravano eterni! Poi ho deciso di correre una maratona prima dei 40 anni. Realizzato questo piccolo sogno ho iniziato a correre nel lungo che amo di più: la montagna. All’ arrivo guardavo con ammirazione coloro che correvano le distanze “lunghe”, che a me parevano impossibili. Poi gradualmente, Km dopo Km, anche io sono arrivata a correre le ultra. Mi piacciono molto, perchè oltre ad una componente fisica e atletica (che avendo io iniziato tardi a correre non ho cosi’ accentuata), sono necessarie doti mentali che si esprimono con l’età e l’esperienza.

Come e dove ti alleni?

 

Mi alleno seguendo in maniera quasi maniacale le tabelle del mio allenatore Sergio Benzio, che mi fornisce ogni settimana e fatte apposta in base ai miei turni lavorativi e alle mie esigenze famigliari. Ho la fortuna di abitare fuori Torino e in 10 minuti di macchina posso correre sui sentieri di montagna. Una buona parte degli allenamenti sono anche in pianura, magari sullo sterrato per fare un po’ di velocità, che correndo solo in salita si rischia di perdere. Quando riesco faccio degli allenamenti di gruppo con i miei compagni di squadra della Podistica Torino e Sport2Win.

All’Ultraberiucs è arrivata per te la prima maglia azzura per l’imminente Mondiale a Penyagolosa! Le tue sensazioni a caldo quali sono state? Aspettative? Come pensi affronterai la gara?

 

Mi sono iscritta all’Ultrabericus all’ultimo minuto ed ho scoperto che era gara qualificante solo qualche ora prima. Non ho corso quindi con questo obiettivo ma solo per vedere come stavo in confronto alle “forti”. La qualificazione è giunta inaspettata e il viaggio di ritorno da Vicenza l’ho fatto da sola in treno senza riuscire a stare ferma, nonostante la stanchezza. Non ci ho potuto credere per due settimane.

Atleta, ma non solo… sei mamma di due figli, dottoressa in nutrizione sportiva e medico ospedaliero! Dove trovi le energie per stare sempre al passo nei vari ambiti?

 

Le energie! Bella domanda! Lavoro in Rianimazione e in Pronto Soccorso e sono spesso a contatto con malati gravi. E’ un lavoro stancante ma allo stesso tempo mi rende consapevole della fortuna che ho e questo mi carica. Luca e Alice, i miei figli di 16 e 14 anni, sono sportivi, e abbastanza grandi da appoggiarmi e darmi simpaticamente della matta. Mio marito, che corre anche lui e spesso si allena con me, mi aiuta tantissimo nella gestione famigliare. Insomma, un uomo da risposare. Cerco di allenarmi la mattina quando faccio le notti, in modo da non rubare tempo a loro, e quando faccio i turni da 12 ore la sveglia suona molto presto. Lo scorso anno mi sono specializzata in nutrizione sportiva per mio interesse personale e questo mi ha permesso di collaborare con amici-atleti e con brand come CMP Sport – Fit and taste.

Hai partecipato a gare di rilievo internazionale quali la TDS, la Transgrancanaria o la Lut per citarne qualcuna… come scegli le gare a cui partecipare in una stagione e come curi la tua alimentazione e integrazione in gare di questo tipo?

 

Le gare locali le adoro, ne ho fatte molte, ma ogni anno cerco di partecipare almeno a due gare internazionali e di livello, proprio perche’ mi piace confrontarmi con il resto del mondo. Mi piacerebbe riuscire a fare le gare piu’ prestigiose, ho iniziato…speriamo di poter continuare. Alimentazione e integrazione sono fondamentali in questo tipo di gare, inizio la settimana prima a curare in maniera precisa alimentazione e idratazione, per non lasciare nulla al caso. In fin dei conti sono un medico, noi siamo macchine e abbiamo bisogno della benzina giusta per queste prestazioni. In gara, se riesco a prepararmi bene la settimana antecedente, ho bisogno davvero di poco cibo, e di tanta acqua…ma qui entriamo in un campo in cui ognuno di noi funziona in un modo diverso! – C’è una vittoria o un piazzamento che porti nel cuore? La TDS dello scorso anno è stato un fulmine a ciel sereno. Non mi aspettavo di fare una gara così, l’ho chiusa stando ancora molto bene. La gara è semplicemente spettacolare, l’organizzazione impeccabile E’ stato fondamentale anche il supporto di mio marito e il sapere che tanti amici, colleghi, compagni di squadra erano attaccati al computer a vedere il mio puntino che si muoveva.

Si parla spesso di gestione psicologica nell’endurance. Anche tu hai provato le cosiddette “crisi”? Se sì, come hai reagito e gestito la situazione? Hai per caso un aneddoto a riguardo?

 

Le crisi mi vengono sempre nei primi 20 km… sono un diesel e patisco da morire queste partenze da centometristi in gare di 120 km! Mi vedo spesso superata da tutti e allora devo stare serena e ripetermi che poi li riprenderò. Di solito funziona. La vera crisi l’ho avuta lo scorso anno alla LUT, la mia prima 120 Km. Sono andata bene per 80 km, poi al 90esimo sono crollata, dopo aver sbagliato strada, aver patito un caldo incredibile, essermi disidratata senza accorgermene. Al punto vita appena ho visto Stefano (mio marito) sono scoppiata a piangere, lui molto pacatamente mi ha domandato se mi volevo fermare. Gli ho risposto subito di no…per me fare una gara vuol dire dover organizzare un’infinita’ di cose, ferie sul lavoro, coinvolgere i miei famigliari per la gestione dei ragazzi, programmare partenze e arrivi…quindi anche se sapevo che non avrei fatto un tempone (sono stata ferma piu’ di un’ora) ho voluto concluderla. Per rispetto della gara, per rispetto dell’impegno di tutti quelli che mi hanno aiutata e supportata.

Hai un sogno nel cassetto?

 

Il mio sogno si chiama UTMB! Quest’anno non sono stata estratta e il mio punteggio ITRA non era sufficiente per partecipare. Poi ci sarebbe la MIUT, la Leadville in Colorado, la Everest trail…

3 buoni motivi per partecipare alla CMP Trail di Bassano del Grappa?

 

Il CMP trail si svolge in luoghi spettacolari, non solo da un punto di vista paesaggistico ma anche da un punto di vista storico. Sono luoghi da non dimenticare, il passaggio sul ponte di Bassano è stato per me quasi commovente. Secondariamente, pur trattandosi di una gara nuova e locale, vanta di un’organizzazione impeccabile, sia come logistica che come accoglienza. E per terza cosa, molto piu’ tecnica per i trailers, è un percorso vario, molto corribile, a fine stagione puo’ essere un ottimo “ponte” per passare dalle gare trail a qualche mezza maratona o maratona su strada. Premi….i migliori in assoluto!

 

Chiara Bertino  –  07 Maggio 2018